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  La nostra abitudine fatta di caos. Di mattine che ti svegli e non sai in che casa sei.   Di sere passate a fare i genitori, e poi gli amanti.   Di sere passate a fare i fidanzati, con tutto il tempo a disposizione.   La nostra abitudine fatta di pelle, di passi, di progetti e di sfide da affrontare insieme.   Di discussioni infinite, che poi finiscono.   Di compromessi e pazienza.   La nostra abitudine che non toglie,  ma alimenta, desiderio, passione e cura.   Abituarsi all' amore, è qualcosa che non avrei mai neanche sognato.  
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  Ti vedo fare cose impossibili con il sorriso delle cose facili,   ti sento amarmi fortissimo col passo silenzioso delle cose normali,   sei il mio guscio di pace anche quando sei in guerra con te,   sei la mia tana sicura  anche quando sei stanco e impaurito,   sei le tue chiavi di casa  attaccate alle mie, e le mie alle tue, che siamo un po' viandanti nelle nostre vite,   sei la certezza che a fine giornata troverò la tua pelle,  casa, dove posso abbandonarmi senza paura di perdermi.   Sei la pace che mi fiorisce nel cuore. Immagine: Enrica Mannari    
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  La notte abbiamo quattro braccia, quattro gambe e una sola pelle, che contiene i nostri battiti, il nostro mondo, e tutto l'amore che sappiamo darci, meno dirci.   La notte abbiamo cuori attaccati, che sanno parlare meglio delle parole.   La notte abbiamo un solo respiro e infinite strade di pelle da percorrere a memoria, eppure senza noia.   La notte sappiamo amarci  con furore, dolcezza,  intensità, calma, ardore e adorazione, instancabili.   La notte siamo una sola cosa pulsante, l'amore fatto pelle.  
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Stringersi in un piccolo spazio d'infinito senza confini, né pensieri, diventare l'unica realtà, un momento perfetto, intero, unico, pieno. Essere noi. Un mondo che non esisteva, ed è solo nostro, in un attimo eterno, minimo eppure totale.
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Il primo abbraccio lo ricordo ancora, nell’ingresso di casa mia, con mio figlio che sbirciava, un abbraccio da sconosciuti, tu un po’ in imbarazzo, io sorridente.   Oggi nei tuoi abbracci sono nel modo più vero possibile, spogliata di ogni velo, nuda anche da vestita.   Nei tuoi abbracci esisto, piango, vivo, godo, rido, mi addormento e mi sveglio.   I tuoi abbracci li aspetto In fondo al traguardo, sulla cima delle montagne, alla fine di una tappa, la sera nel letto, di notte nel sonno, la mattina col caffè.   Scandiscono le giornate, accorciano il tempo quando ci sono, lo allungano quando mancano.   Sono la mia casa più accogliente, la sponda dove fermarmi, il mio corpo che diventa tuo, e il tuo mio. Immagine: Agathe Sorlet
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Dormire insieme nel mio letto, la sera dopo insieme nel tuo, quella dopo di nuovo nel mio, con incursioni di figli. Uscire per andare a lavoro, tornare e trovarti di nuovo. Mettermi vicina vicina a raccontarti cose, una accanto all'altro sotto il piumone. Desiderarti sempre, anche da troppo stanca. Addormentarmi sul tuo respiro, girarmi di notte nel letto e trovare il tuo corpo solido e caldo, il tuo corpo così familiare e mio, anche se è tuo. Stare in 6, poi in 4, poi noi due, di nuovo 4, e poi 6 di nuovo. E il cuore si allarga, e la normalità così temuta, diventa familiare, un ritmo dolce e pieno, un ritmo sereno, l'amore. E non fa male, è un passo accanto all'altro, uno dopo l'altro, è una mano tesa, dividere e moltiplicare, mio, tuo, nostro, una danza colma di gioia, una musica tutta nostra .
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Alcune parole hanno un significato nuovo. Le avevo perse. Natale, una parola piena di ricordi belli, di calore e amore, di gesti che ho continuato a ripetere anche quando dentro non brillavano più, per farla scintillare per i miei figli. Quest'anno ha trovato un nuovo, piccolo tenero significato. Grazie alle tue gambe accanto alle mie sotto la tavola di Natale e i nostri figli seduti di fronte a noi, e i cappelletti nei piatti. E regali e biglietti d'amore. Famiglia, sempre stata storta sta parola, monca, mancante, inadatta. Siamo storti, ma siamo belli, siamo strani, siamo e a volte non siamo, eppure guardo i nostri giorni in 6 aumentare e accumularsi felici come carte colorate di caramelle. Siamo fieramente tanti, casinisti, incasinati, eppure brilliamo, cantiamo e saltelliamo. Amore, che non sapevo bene cosa volesse dire, che ci ho letto un sacco di libri, e ci ho guardato un sacco di film, e l'ho cercato in tantissimi posti sbagliati e infine mi sono rassegnata all'
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Allungare la mano di notte e trovare la tua schiena. Arrotolarmi al mattino dentro le tue braccia. Trovarmi dentro i tuoi occhi la sera.   Essere lontani ma vicini. Lavorare e sognare avventure, e poi realizzarle.   Essere realizzati da soli, ma più felici insieme.   Aspettarsi. Cercarsi. Incastrarsi. Insegnarsi e impararsi.   Accettarsi ma cambiarsi un po', smussare qui e là, acquisire abitudini. Trovarsi a fare cose 'nostre" che prima non esistevano.   Litigare forte. Arrabbiarsi, io. E poi tornare.   Ridere di cose stupide, piangere per cose tristi, commuoversi di cose belle, tenersi.   Condividere, impararne il senso che era sconosciuto.   Amare senza ansia.  Amare pulito. Lasciarsi amare, che è così difficile.   Allungare la mano nel letto, a cena, sul divano, in auto, a una gara, in cammino, e trovarti lì. Cercarti con gli occhi, con la mente, col cuore, con la pelle.  Averti senza possesso. Gioire senza paura. Essere g
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  Camminare sui nostri stessi passi, rivederci lì,  i noi due di due anni fa, oggi, con il cuore più grande, con le mani più forti, i passi più decisi.   Rivederci lì e sorriderci,  di tutta la strada fatta.   Ritrovarci negli sguardi,  senza parole, nella carne che si cerca, e si ritrova affamata e piena.   Giocare,  senza smettere di fare sul serio.   Costruire,  senza nemmeno accorgersi di farlo, senza dire, solo con l'essere, insieme.  
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  Ho sempre avuto storie inadeguate in cui essere perfetta e crucciarmi dell'essere giusta al momento sbagliato. Ho avuto uomini di cui non fidarmi, e stare comoda nella mia infinita diffidenza. Ho avuto uomini a cui dare tutto per non ricevere mai nulla, e crogiolarmi nella mia generosità non corrisposta. Ho avuto uomini che non sapevano amare, da amare a fondo perduto, sicura di non essere ricambiata. Ho avuto amori a cui immolarmi, ed essere sempre quella giusta nel posto sbagliato.   Ora ho noi. Un amore che cresce, non senza difficoltà, piano, dolce, pieno, corrisposto, pulito. Ho un amore adeguato in cui sentirmi sempre sbagliata, ho un uomo affidabile, e fatico a trovare motivi per non fidarmi, e nonostante questo, li trovo. Ho un uomo che mi ama, e punto, e questo mi sembra così irreale da continuare a trovare motivi per non sentirmi mai amata abbastanza. Ho un uomo generoso che mi dona tutto senza aspettarsi niente in cambio, senza pesare il dare e
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Il tuo amore va cercato nelle pieghe, perché tu non lo sbandieri. Va cercato nelle confidenze fragili, negli sguardi che pensi che non veda, nel modo in cui mi stringi, quello in cui mi accarezzi. Va cercato nei baci, nella rabbia che trattieni, nelle padelle, e nel frigorifero. Il tuo amore che non dici, è nei sorrisi in mezzo alla bufera, è nei "buongiorno" nonostante tutto, nelle telefonate in cui non hai nulla da dire, ma mi chiami lo stesso. E io che sono abituata alle urla, devo restare in silenzio e attenta, devo calmare tutto il mio rumore, per poi ritrovarti dove sei sempre. Accanto a me.
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  Io non ho mai avuto un amore con i regali spontanei che non ti aspetti, non ho mai avuto un amore con i toast cucinati e il vino rosso, che fanno Natale anche se ormai è santo Stefano. E neanche un amore in cui fare l’amore fosse sempre amore, o in cui potessi dormire abbracciata stretta, e cercare baci di notte. Non ho mai avuto un amore in cui poter piangere e dire “sto male”. E neanche uno pulito e cristallino come un lago di montagna. Di quelli che guardi fino in fondo, fino giù giù. Sono grata di questo amore che trema di paura e lo dice, incastrato tra le rovine di quello che è stato e i fiori che ancora crescono nel giardino e vanno curati. Sono grata per tutte le vette, e i passi, e i sorrisi, per le avventure e per la normalità, che a volte sembra così lontana per noi, eppure c'è, nelle piccole cose preziose. Sono grata per riuscire a restare anche quando tutto questo mi è insopportabile,   anche quando i mostri mi assalgono e strappano tutt
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I l  tempo passato addosso a te, mi rimane appiccicato per ore, giorni, ricaccio via la nostalgia della tua schiena,  del girarmi a cercarti quando i sogni mi agitano il sonno. La imbriglio per giorni, e poi la libero quando manca poco ad essere di nuovo lì. Così stretta  a cercare di cancellare confini, a perdermi per un po',  perché non so più dove finisco io  e dove inizi tu. Arrotolati, dentro, intorno, attraverso,  sciolti e ricomposti insieme,  nell'incantesimo della nostra pelle, che in qualsiasi posto, è casa.
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  Di giorno ti guardo fare cose con il tuo sorriso che illumina il mondo, con la leggerezza con cui cammini, ma io lo so quanto è profondo  il lavoro che ci metti.   Di giorno incrocio il tuo sguardo e sono grata alla vita,  perché ti sono accanto, e sono grata a te  perché mi sei accanto.   Di giorno mi lascio guidare in cose difficili che fai sembrare facili, e a volte scendo,  perché non sempre sono capace, e non mi ci sento quasi mai.   La notte sono solo fragile e nuda. Non riesco più a nascondere i nodi, e mi aggrappo e scappo insieme.   Ti tengo la mano mentre dormi, come fanno i bambini,  mi aggrappo alle tue gambe quando mi sento alla deriva, mi nascondo nel tuo collo per respirarti, e a volte quando tutto questo mi sovrasta  ed è troppo, me ne scappo all'angolo del letto  per paura di andare in mille pezzi  tra le tue mani, che magari mi pensi forte  e non te ne accorgi che sono di vetro.  
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Con te i giorni sono pieni di avventure e i cieli stellati magie da condividere, le albe uno spettacolo da conquistare, ogni cima raggiunta una vittoria comune. Tu mi insegni che la quotidianità non è per forza sfiorire. L’amore con te è sempre amore, svegliarmi sulla tua schiena mi rende felice, e grata. E nei tuoi abbracci ho conosciuto la bellezza del restare.  
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 A dire ti amo quando si fa l'amore è troppo facile. Sembra una cosa di una certa solennità, da non banalizzare, e neanche esagerare, o sbagliare i tempi. Arriva con la forza del pensiero, che quando sono tra le tue braccia siamo un solo respiro. A dire ti amo quando hai avuto una giornata storta, o dopo aver litigato, quando non si è d'accordo, o si lavora troppo,  e ci si rincorre tra gli incastri di queste vite un po' sbilenche, allora sì, bisognerebbe essere capaci. Ma non lo sono. Però lo so,  e a volte mi sale un sorriso sulla faccia  mentre lo penso, quando sono in macchina, tra un appuntamento e l'altro, penso all'amore, a noi, alla tua schiena, alla mia pelle dentro le tue mani, ai nostri corpi che sono uno solo, a te in cucina,  alle stelle cadenti dentro un oblò, al sonno, ai passi, a noi, e lo so. E prima o poi saprò anche a dirlo. Non solo con i baci.
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L'amore con te mi fa naufragare. Mi aggrappo così stretta per paura di perdermi chissà dove  e non trovarmi più. Invece sono dentro le tue mani. E non conosco un posto più felice.
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 Tu sei quello  che l'amore lo mette  nelle candele accese a tavola nel vino versato, nel cibo, soprattutto, ingrediente segreto. Tu sei quello che l'amore lo mette nelle vette da scalare insieme, nei passi coordinati, negli aperitivi nel camper, nei panorami conquistati, nel mostrarmi la strada e  intanto aspettare che trovi la mia. Lo metti nella pazienza di ascoltare, nell'impegno di migliorare sempre, nei passi di ogni giorno per venirmi incontro, anche se a volte non capisci, o sono strana, l'amore è nella mano sempre tesa, a dire sono qui. È nelle telefonate del mattino che non faccio mai, è nel messaggio della buonanotte, anche se sai che dormo già, nei tuoi occhi nello specchio mentre mi trucco. L'amore è nelle carezze, negli abbracci che sanno stringermi da sciogliere i ghiacciai più antichi, è nei baci,  nelle mattine a non alzarsi per rimanere ancora intrecciati, ancora un po'. Il tuo amore è nella mia malinconia, ogni volta che ti saluto, ogni sera c
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Quando mi baci accarezzandomi il viso penso che sia l'universo che mi ripaga di ogni dolore, non so resistere. Dormirti addosso sei notti, svegliarmi con te, infilarmi nel tuo abbraccio, dividere la colazione e la cena, cucinare insieme, è stato un regalo di settembre. Dividere lo spazio e sentirlo moltiplicarsi collezionare i baci del buongiorno e  della buonanotte, quelli veri, uscire di casa sapendo che la sera avrei trovato di nuovo le tue braccia, assaporare quella normalità così lontana, quasi dimenticata, rinchiusa in fondo a una scatola sigillata, e che fa così paura, eppure è stato così semplice. Semplice e felice, così è tra me e te. Come mettere un passo dopo l'altro.
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Un anno fa avevo baci accumulati, incerti, insicuri e un po' timidi. Oggi conto le ore che mi separano da casa. Che non è un posto. Aspetto felice i giorni nostri, i soliti, gli incastri, di ore e giorni, di gambe e braccia, i chilometri, i passi, le borse sempre da disfare. Alla notte mancano le carezze, ai risvegli, gli abbracci, alle mie dita, la tua pelle. Non ho baci accumulati, ho bisogno di tornare a casa. Che è ovunque ci sia io addosso a te.