A volte mi arrabbio, mi sento lontana, indurisco il cuore, prendo distanze, provo a immaginare il mondo di nuovo com'era senza di noi, mi chiudo e non voglio niente. Poi arriva il momento in cui so che dopo poche ore mi abbraccerai, entrerai a casa mentre dormo, mi bacerai sulla testa e ti infilerai sotto le lenzuola, e finalmente sarò dentro le tue braccia. Il mio cuore vola. Si scioglie, sfarfalla. Aspetta quell'abbraccio. E basta. Non serve altro.
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Se conto i mesi sono pochissimi, un attimo in una vita. Possiamo contare le parole scambiate, moltissime, i discorsi strampalati in cui ci perdiamo, le bottiglie di vino stappate e bevute, un bel numero, non meno quelle di birra. Se consideriamo le notti condivise, perdo il conto, difficile anche il numero delle carezze, per non parlare dei baci, innumerevoli. E i passi. Quanti passi. Belli. E quanto mi piace quando ridiamo su chi decide il ritmo, è un bel modo per procedere, confondere i tempi, accelerare e poi lasciarsi inseguire, rallentare ed aspettarsi, spronarsi e poi affiancarsi. E perdere il conto.