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Visualizzazione dei post da ottobre, 2019
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I baci non dati si accumulano, lo sai. E anche le carezze. E quando finalmente ti sto addosso,  finalmente,  non c'è un altro pensiero,  solo un finalmente. E sotto i baci  e sopra le carezze  e dentro gli abbracci  e tra gli sguardi  in cui ci diciamo quello che ci fa più paura  dire con le parole,  e nei  sorrisi, e nelle risate,  è finalmente. E resta qui, lasciami qui, tienimi qui e baciami ancora, e tienimi ancora, e guardami ancora, sorridimi ancora e stringimi ancora. E basta. Non serve altro.
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Ho nel cuore un'emozione felice, di quelle che so di meritare, perché ogni giorno ci lavoro senza tregua,  come uno spaccapietre. E poi all'improvviso, arriva una scintilla di pace, e subito, immediata,  la paura. Una paura per domani,  ed una per ieri. Voglio restare in equilibrio sul mio precario oggi, senza guardare giù, e neanche su, fissare un punto dritto davanti a me, godere di questa brezza serena, finché soffierà.
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Lasciami sorprendere  per questa pace del cuore, per la pelle che dolcemente brucia, cercandoti, cercandoci, lasciami sorprendere per questa dolcezza che sento fiorire, per questo reciproco sostegno, questo tifare l'uno per l'altra, sempre, senza indugi. Lasciami sorprendere per questo dolce sbocciare, da chissà dove e chissà come, che profuma delle nostre notti, sorride ai mattini, sottile, semplice, inarrestabile.
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A casa mia  c'è un gatto che ci dorme in testa e ci sveglia di fusa (e allergia), a casa tua  un tetto spiovente e un letto illuminato dalla luna, a casa mia c'è sempre un casino e niente  da mangiare, a casa tua c'è sempre vino e cibo cucinato con amore, a casa mia ci sono colazioni coerenti e pranzi tristi da condividere, a casa tua c'è un giardino in cui chiacchierare e litigare con le zanzare. A casa mia c'è il tuo spazzolino, a casa tua, il mio. In entrambe c'è un abbraccio in cui perdersi, e ritrovarsi, e baci in cui sorridersi e restare  in silenzio, che gli occhi hanno parole senza suono. In entrambe c'è desiderio e cura, un letto in cui aspettarsi e intrecciarsi, finalmente.
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È bello tornare a casa e trovare tracce di te,  il tuo odore sul cuscino,  l'accappatoio che hai usato,   le tue/mie ciabatte vicino al tuo/mio comodino,  le nostre tazze della colazione nel lavandino. È bello sentire ancora l'abbraccio della notte, sapere che non riusciamo ad addormentarci senza aver fatto prima un po' l'amore,  anche se è notte fonda,  è bello  sapere che abbiamo dormito poco, pochissimo,  ma appiccicati,  che abbiamo mangiato lo stesso pranzo, anche se eravamo lontani, è bello, mi fa sorridere.
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Oggi sono due mesi che ho allacciato le scarpe da ginnastica e sono uscita a camminare. Da quel giorno ho fatto la stessa cosa ogni volta che ho potuto, quasi ogni giorno, allungando le distanze lentamente ed anche i kilometri. Ho perso 7 kg in questi due mesi, e ho iniziato a mangiare meglio, perché di colpo inizi a volerti più bene, e a tenere a te, perché sai quanto ci metti a consumare quello che mandi giù. E ho iniziato a fare le scale invece di prendere l'ascensore, a sentirmi bene nel mio corpo, sentirlo reattivo e non più un peso morto da trascinare. Ho scoperto il piacere di stare all'aria aperta dopo una giornata di lavoro, di respirare a pieni polmoni, sentire il respiro e il battito con consapevolezza. Ho imparato che quando cammini le zavorre della giornata scivolano via e rimangono solo i pensieri felici, pensi ai baci dati, o quelli da dare, pensi alle risate dei tuoi figli, e agli abbracci del mattino, e a volte sorridi, e ti viene voglia di ballare, s