Io me lo ricordo quando dormivamo tutti aggrappati, voi a me, ma soprattutto io a voi.
Me le ricordo quelle sere di storie e storie, di abbracci e latte, in cui cercavo di non naufragare tra le macerie del mio cuore.
Non ho mai ceduto, mai, mai. 
Ho tenuto botta, non mi sono concessa più dolore dell'inevitabile, non ho mai mollato un passo, ero una roccia, anche se dentro mi sentivo un mucchio di cenere.
E ora che mi sento fuori da questo terremoto, mi guardo indietro e mi sento tremare, mi chiedo come ho fatto, mi dico "davvero ho passato quel baratro là".
E quasi mi commuove la forza che vedo, ed ora che posso permettermi di crollare ogni tanto, mi stupisco, ma alla fine so che ce l'ho fatta per quelle manine che sembravano aggrapparsi a me, ma in realtà mi tenevano su.

E anche se ora non dormiamo più tutti insieme come un groviglio, le vostre morbidezze e il vostro amore sono le cose che più mi hanno cambiato nella vita.
E anche quel naufragare e riuscire a tenere la rotta, quello mi ha insegnato chi sono.



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