Ho conservato la ricevuta della posta con la tua scrittura,
quella con cui mi hai spedito i libri che ti avevo prestato,
è nel cassetto degli asciugamani, 
la tua firma, il tuo nome nel mio cassetto,
ho trovato due cicche accartocciate nel posacenere fuori al balcone,
tracce di te, in me.
Mi chiedo se abbia lasciato tracce di me, in te.

Le tue mani, 

la carezza
"stellamia"
che mi passavi sul viso,
le tue mani,
le mie.

Saprei riconoscere un pelo della tua barba,
un capello,
un centimetro di pelle,
la tua camminata,
la tua voce,
tra mille,
le cerco, ancora, tra mille,
tra i binari della stazione,
a Roma,
tra milioni di persone.

Sento ancora
l'odore del tuo sudore,
mescolato col mio,
ne esiste uno migliore?
il tuo sorriso che bacia il mio,
 vado avanti, giuro,
a volte mi sembra di poter tornare ad avere quelle piccole ali,
ricordi?

Ma poi torno da te,
che non ci sei più,
dentro quell'ultimo abbraccio, 
in cui pensavo di morire,
e tu quanto mi stringevi,
torno su quel bacio,
c'era ancora tutto il nostro desiderio,
ma lo sapevamo che era l'ultimo.

Sei ancora qui,
tra le mie cose,
nel mio dolore e nelle mie speranze.

Resta, non ti lascio svanire.
(c'è il the in frigo)







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