Mi manchi che a volte vorrei strapparti da dentro la testa e trascinarti davanti a me e 
toccarti finalmente.
Continuo a cercare i motivi per cui non sei qui, 
sono tutti validi e sensati, me li ricordo tutti, 
ma, 
cazzo, 
mi manchi.
Cerco la formula per rinunciare a te, nella testa, nel cuore e nella pelle.
Trovo brevi consolazioni, 
fugaci, 
il tempo che le endorfine svaniscano, 
la tua assenza è di nuovo la mia più grande compagnia.
Giro con i pensieri intorno alla carne che urla,
 snocciolando segreti filosofici di pace, 
di qui ed ora, 
del sempre bravo ed utile lasciar andare, 
ma mi manchi.
A volte penso che mi mancherai così per sempre, 
che nessuno spezzerà l'incantesimo, 
continuerò a sognare le tue mani, le labbra, 
le tue braccia in cui mi ricomponevi ogni volta in me stessa, 
in cui mi sentivo sciogliere, 
diventare liquida di commozione, 
abbandonata e 
assolutamente tua.
Vorrei la tua placida accettazione, la tua indifferenza, il tuo silenzio.
Vorrei pace.
Manchi, insopportabilmente e inesorabilmente.


immagine : Emiliano Ponzi - il fabulatore lirico

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